Il presidente dell’Inps, Tito Boeri che durante la conferenza stampa per la firma della convenzione tra l’Inps e le parti sociali ha detto:
“Nei primi 20 giorni di febbraio sono 76 mila le imprese che hanno richiesto di accedere alla decontribuzione per assunzione a tempo indeterminato come previsto dalla legge di stabilità “
e continua dicendo:
“I primi dati sono incoraggianti,76mila imprese hanno fatto richiesta ma le assunzioni potrebbero essere molte di più“.
I primi dati però sono da confermare: quelli definitivi arriveranno l’ultimo giorno di marzo.
“A fine mese forniremo i numeri con la comparazione sulle imprese e le assunzioni fatte negli anni precedenti”
ha aggiunto Boeri.
Ma ci saranno effettivamente nuovi posti di lavoro?
Non si sa ancora se e quanti dei posti annunciati saranno effettivamente nuove posizioni lavorative. Molti potrebbero più semplicemente ricatalogare la situazione di chi aveva già un rapporto, seppur di diversa natura contrattuale, con l’azienda in oggetto. Non nuovi impieghi dunque, ma impieghi meno precari.
Un esito comunque positivo, eppure differente. Riferendosi al bimestre gennaio-febbraio 2015, la Fondazione Consulenti del Lavoro ha rilevato che su 275 mila assunzioni, l’80% è rappresentato in realtà da stabilizzazioni di collaborazioni a progetto, contratti a termine e partite Iva. Per cui il rimanente 20% risultano effettivamente nuove assunzioni.
Il Jobs Act mira a inserirsi in questo solco e a dare un ulteriore giro di vite. Sperando che insieme alle tutele, l’aggettivo “crescente” possa presto applicarsi anche al mercato e all’economia.
Contratti a termine e part-time restano a buon titolo i principali indiziati quando si parla di ripresa. Stabilizzare la condizione dei lavoratori precari può costituire pertanto la piattaforma ideale per creare nuova occupazione. L’Inps conta che la manovra funzioni.
Via Wired